Verdiana ("Diana") Fabbri

 

La madre di Giosuè, Verdiana (detta poi Diana) Fabbri (1865 – 1942), era anch’essa di Castagneto di Maremma dove era nata il 14 giugno del 1865 da una famiglia di proprietari agricoli, agiata e molto religiosa (1). La madre si chiamava Filomena, donna di notevoli virtù cristiane ed assai caritatevole verso i poveri, una “santa donna” insomma. Suo marito Pietro Fabbri era un uomo di sentimenti tradizionali. Verdiana ebbe vari fratelli e sorelle ma alcuni di essi morirono in tenera età. Il genitore di Diana era amico del padre del Carducci (medico a Bolgheri) sia dello zio del Carducci (maestro) e morì a Castagneto nel 1898.

 

Verdiana, che aveva preso il nome della nonna, in quanto a dote ebbe meno della sorella Rosa (coniugata con Bartolomeo Gentili), perché il suo matrimonio fu un po’ burrascoso e contrastato in casa Fabbri, specialmente dalla madre Filomena.

 

Verdiana, poi chiamata più comunemente “Diana”, ricambiò subito l’amore di Averardo, suo futuro sposo. Ma questi, per la sua appartenenza alla Libera Muratoria, venne avversato non poco dalla famiglia Fabbri, la quale cercò di ostacolare in ogni modo la relazione dei due giovani. Inoltre alle diversità ideologiche si aggiungeva la diversa estrazione sociale ed economica delle due famiglie. Averardo Borsi era nato infatti da una modesta famiglia di commercianti, e, per il momento, era ancora privo di una posizione sicura per affrontare il matrimonio. Di fronte a ciò ed a tutti gli altri ostacoli, i giovani dovettero ricorrere ad una classica “fuga” romantica e porre le loro famiglie dinnanzi al matrimonio riparatore. Quindi la volontà dei giovani prevalse, ed in quella occasione lo stesso Carducci ed insieme l’altro amico Targioni-Tozzetti, si fecero portatori della richiesta di matrimonio alla famiglia di Diana.

 

Diana però pretese la celebrazione di un matrimonio religioso e le dimissioni di Averardo dalla Massoneria. Così Averardo e Diana, nel 1885, si sposarono, a dispetto delle opposizioni, nella chiesa di Castagneto. Il bimbo che nacque in seguito a quella loro prima ‘relazione’ nacque il 6 dicembre 1885 e fu subito chiamato “Giosuè” e morì il giorno dopo a Castagneto.

 

 

 

(1). Diana Fabbri morirà a Firenze il 2 luglio del 1942. Quello dei Fabbri è un cognome molto comune e sviluppato nella zona della Maremma. Ed un ramo di tale progenie, vissuto per ultimo a Castagneto, ma di antica origine e notevole evidenza storica, fu quello di Francesco Fabbri (1752 – 1825) medico chirurgo originario di Calenzano (FI) coniugato con Verdiana Fabbrini. Numerosi furono i possedimenti dei Fabbri discendenti da tale ramo, arricchiti anche da convenienti matrimoni con altre famiglie possidenti, o dalle fortune dei discendenti quali il nipote Pietro Fabbri (1833 – 1898) figlio di Giovanni (1788 – 1867). Pietro si sposò con M. Filomena Maestrini (detta “Santa Filomena”) futura suocera di Averardo Borsi e quindi madre di verdiana (detta poi ‘Diana’). Altri figli di Pietro furono Maria Caterina (nata nel 1854), Rosa (1857 – 1946), Cesare (nato nel 1862), Gregorio Giuseppe (1859 – 1860), Gregorio (nato nel 1860), M. Verdiana (1863 – 1864). M. Anna (nata nel 1867), Giovanni (1870 – 1896).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diana con la figlia

Laura Borsi e il

nipotino Dino

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